DIZIONARIO DEL BASKET

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IL DIZIONARIO DEL BASKET

 


I RUOLI

Questa suddivisione in ruoli standard è tipicamente americana, e spesso viene riportata semplicemente con dei numeri ad indicare la posizione (da 1 a 5). Ovviamente non sempre i giocatori in campo rispettano questa divisione ideale, ma anzi un buon giocatore può giocare in più di un ruolo.

Playmaker

è colui che chiama gli schemi offensivi della squadra. Solitamente è il giocatore dotato di maggiore rapidità e di migliore controllo di palla con entrambe le mani. Le caratteristiche fondamentali di questo ruolo rimangono comunque la grande visione di gioco e la capacità di servire i compagni con passaggi smarcanti.

Guardia tiratrice

è il giocatore dotato del miglior tiro della squadra. Spesso i compagni fanno “blocchi” al suo difensore per permettergli di tirare più libero.

Ala piccola

questo ruolo è ricoperto solitamente da un giocatore molto dotato fisicamente e in grado di marcare sia avversari più piccoli e veloci che più alti e pesanti. Per quanto riguarda l’attacco talvolta viene definito come “giocatore a due dimensioni” perché può essere in grado sia di giocare lontano da canestro sfruttando il suo tiro dalla distanza, sia di prendere posizione vicino al ferro se marcato da avversari più piccoli.

Ala grande o Ala forte

è uno dei giocatori più alti della squadra ma non il più forte fisicamente. Generalmente si tratta di un giocatore di alta statura ma con una discreta velocità di piedi.

Centro o Pivot

è il giocatore più alto e più pesante della squadra. Questo giocatore gioca nel cuore dell’area e i suoi movimenti palla in mano sono “spalle a canestro”. Sfruttando la sua mole deve prendere la maggior parte dei rimbalzi, cercare di stoppare gli avversari e portare blocchi per liberare i propri compagni.


I FONDAMENTALI

Alcuni movimenti nel basket vengono chiamati fondamentali, e sono quelli su cui si basa tutto il gioco. Nella definizione “stretta”, i fondamentali sono 4: palleggio, passaggio, tiro e i movimenti difensivi.
Nella lista compaiono altri movimenti che non sono veri e propri fondamentali, come il rimbalzo, il blocco, etc., ma rappresentano alcuni degli aspetti più significativi del gioco.

Palleggio

Il palleggio è il fondamentale di base. Il giocatore che porta avanti la palla deve necessariamente palleggiare, sempre, a partire dal momento nel quale compie il primo passo. Il palleggio va fatto con una sola mano e si attua spingendo il pallone verso il pavimento, dal quale rimbalza per tornare nella mano del giocatore.

Passaggio

Il passaggio della palla da basket ad un compagno è estremamente importante. La difesa, infatti, cercherà di intercettare la palla anticipando i giocatori senza la palla, per evitare o rendere difficile la ricezione di un passaggio da parte del compagno. A seconda dei casi, la palla può essere passata tesa al petto, battuta a terra, a pallonetto (lob), oppure in modi anche più spettacolari, come facendola passare dietro la schiena. Ildai e vai è uno dei classici giochi a due della pallacanestro che si fonda sul passaggio: si passa la palla e sitaglia verso il canestro per ricevere un passaggio di ritorno dal compagno.

Tiro

Il tiro è il fondamentale d’attacco più importante. Solitamente si tira “in sospensione”: si salta da terra e si lascia la palla quando si è in aria, in modo da evitare l’interferenza dell’avversario. Per il tiro in sospensione servono buona tecnica e coordinazione. L’alternativa al tiro “in sospensione” è il tiro “piazzato”, che può essere effettuato tenendo i piedi per terra o effettuando il tiro mentre si è nella fase ascensionale del salto.

Regole da rispettare per ottenere un buon tiro

Prima di tutto bisogna sapere che la forza del tiro non proviene dalle braccia, bensì dal polso e dalle gambe, quindi queste ultime hanno un ruolo importantissimo nella possibile realizzazione di un canestro. La mano debole (ovvero quella che non tira) va tenuta di fianco al pallone; tuttavia molti giocatori usano metterla sotto per avere maggiore stabilità. I pollici della mano debole e della mano forte devono formare una T, anche se questa non è una regola generale. Indice e medio devono formare una V, e mentre si sta per tirare bisogna assicurarsi che l’indice della mano forte passi davanti all’occhio dello stesso lato e quando si vede il ferro del canestro sotto la palla, si può dare il via alla cosiddetta frustata, ovvero quello scatto del polso della mano forte che permette di avere la giusta parabola e la giusta rotazione. Altra cosa importante è questa: il tiro non va effettuato con la mano intera (infatti la palla non deve toccare il palmo della mano), bensì con i polpastrelli che, come detto precedentemente, assicurano una giusta rotazione ed una giusta parabola. Molto importanti per indirizzare il tiro a canestro sono l’indice e l’anulare; infatti hanno un ruolo fondamentale per non mancare il canestro. Da ricordare che il gomito del braccio forte (ovvero quello da cui parte il tiro), deve essere piegato a 90 gradi e anche il polso, a sua volta, deve avere questa angolatura. Per garantire un maggiore equilibrio, le gambe devono essere aperte quanto la larghezza delle spalle e il gomito della mano forte deve essere allineato con la gamba dello stesso lato.
Mentre le gambe si piegano, la mano forte e la mano debole iniziano a disporsi come sopra descritto, e quando il piegamento delle gambe sarà terminato si sentirà nella mano la forza necessaria per effettuare il tiro; con la frustata del polso della mano forte si sfrutta questa forza in modo tale da ottenere un tiro più che rispettabile. importante è la spinta delle caviglie che è alla base del movimento!

Terzo tempo

Il tiro in corsa (colloquialmente chiamato “terzo tempo”) è una tecnica di tiro che permette di effettuare un tiro in avvicinamento al canestro avversario. Consiste nell’esecuzione di due passi (i primi “due tempi”) e di un salto (il “terzo tempo”), durante il quale si appoggia la palla al tabellone o direttamente a canestro ed è l’unico caso in cui è ammesso compiere più di un passo senza palleggiare.
Avvicinandosi al canestro provenendo dal lato destro l’esecuzione prevede che l’ultimo palleggio venga effettuato in corrispondenza dell’appoggio del piede sinistro, seguirà un passo con il piede destro e successivamente lo stacco del piede sinistro per il salto finale. Il tiro viene eseguito con la mano destra mentre la sinistra è lievemente sollevata a protezione del pallone dall’intervento di eventuali avversari. Sul lato opposto il movimento è speculare.
Analizzando il movimento si vede che al momento della “chiusura” del palleggio (quando la palla viene presa in mano – 1º tempo) l’atleta effettua un arresto a due tempi (ovvero con i piedi che toccano terra in due istanti differenti – 2º tempo) e poi salta con i piedi allo stesso momento portando rapidamente la gamba posteriore avanti (grazie al movimento di alzata del ginocchio) compiendo sempre nello stesso istante il tiro (terzo tempo). Un terzo tempo fatto non in corsa perde tutte queste contemporaneità che vengono date dalla velocità: difatti gli arbitri fischiano infrazione di passi ad un movimento di terzo tempo fatto camminando.
Alternativa al terzo tempo è il passo e tiro. Questo movimento diverge dal terzo tempo solamente da un particolare: invece di un arresto a due tempi (nel secondo tempo) si ha un arresto ad un tempo (ovvero con i piedi che toccano terra allo stesso istante); per poi concludere il gesto come un terzo tempo tradizionale.

Schiacciata

La schiacciata è senza dubbio la conclusione più spettacolare della pallacanestro. Dopo la schiacciata il giocatore non può rimanere appeso al ferro, salvo per non cadere addosso ad un altro giocatore, altrimenti al “colpevole” viene sanzionato un fallo tecnico. Questa infrazione viene spesso tollerata dagli arbitri, che fischiano solo quando si esagera nel rimanere “appesi”.

Alley-oop

Il cosiddetto alley-oop è una giocata estremamente spettacolare, che necessita di una buona coordinazione, doti atletiche e affiatamento tra due compagni. Un giocatore effettua un passaggio alto, normalmente non teso, verso il ferro (senza tirare), mentre un compagno salta, afferra la palla al volo e la schiaccia o appoggia a canestro.

Rimbalzo

Il rimbalzo è un fondamentale importante tanto in difesa, dove dà l’opportunità di ripartire in contropiede, quanto in attacco, dove offre una seconda possibilità di tiro. Consiste nell’afferrare la palla (che “rimbalza” sul ferro) dopo un tiro sbagliato. Sapersi piazzare a rimbalzo è necessario per un buon giocatore, e fondamentale è il “tagliafuori”: si cerca di porsi davanti al proprio avversario e lo si tiene dietro, impedendogli di saltare a rimbalzo ed anticipandolo.

Tap-in

Se un giocatore salta a rimbalzo e, mentre è ancora in aria, corregge la palla a canestro, si parla di tap-in. Questa azione può essere fatta apposta per fare un passaggio e tiro o un assist.

Tap-out

Movimento simile al tap-in nel quale la palla, dopo essere rimbalzata nel ferro, viene spinta fuori dall’anello da un giocatore saltato a rimbalzo. Situazione molto spettacolare di tap-out è la “Spazzata”, ovvero quando un giocatore evita che la palla entri nel canestro togliendola da esso: questo può essere fatto solamente dopo che la palla abbia toccato il ferro del canestro; se questo gesto viene compiuto prima che la palla tocchi il ferro il canestro verrà considerato valido (infrazione di Interferenza). L’infrazione di interferenza entra in atto quando un difensore devia la palla nel momento di traiettoria che parte dall’inizio della discesa della parabola fino al tocco di essa sul ferro. L’interferenza si può chiamare anche se un difensore tira la retina o tocca ferro/tabellone/sostegno mentre c’è un tiro e la parabola della palla è in fase discendente.

Stoppata

La stoppata è una giocata difensiva che consiste nel fermare un tiro avversario solo dopo che il giocatore ha già lasciato la palla (se la palla viene stoppata sulla mano dell’avversario si verifica un fallo) e prima che la palla abbia cominciato la sua parabola discendente verso il canestro (altrimenti il tiro è valido e vengono comunque assegnati i 2 o i 3 punti). Ovviamente quest’ultima regola non viene applicata alle schiacciate.

Blocco

In molti schemi della pallacanestro si sfruttano i “blocchi”: un compagno di squadra si pone davanti all’avversario che vi sta marcando, dandovi la possibilità di “sfruttare il blocco” e lasciare sul posto il diretto avversario, bloccato dalla presenza del vostro compagno. Se si cerca di ostacolare il difensore muovendosi è un fallo, si tratta di “blocco in movimento”. Il blocco va portato a gambe basse, piazzandosi addosso all’avversario, che non deve avere spazio per passare. Il giocatore con la palla cerca quindi di passare il più vicino possibile (o meglio spalla a spalla) al suo compagno, per non lasciare per niente spazio al difensore. In difesa si cerca di contrastare un blocco cambiando le marcature: chi marca il giocatore che porta il blocco prende il giocatore che lo sfrutta e viceversa.

Scarico

Quando il giocatore va in penetrazione i difensori della squadra avversaria si stringono in “aiuto” verso il centro dell’area: questo lascia alcuni compagni di squadra liberi, pronti a ricevere da chi è penetrato il cosiddetto “scarico”, un passaggio improvviso che mette in condizione chi lo riceve di tentare subito una soluzione d’attacco senza la pressione della difesa.

Taglio

Il taglio o backdoor è il movimento compiuto da un giocatore senza la palla verso il canestro, finalizzato al ricevere un assist ed andare facilmente a segnare. Si cerca di passare davanti al proprio difensore, anticipandolo e quindi smarcandosi.


TATTICA

Attacco

L’attacco nella pallacanestro non si basa su giocatori di ruolo specifici, ma è anch’esso di squadra. Ogni giocatore, a seconda del suo ruolo, può sfruttare o meno diverse possibilità: tiro da fuori, penetrazione, gioco spalle a canestro e così via. Solitamente ogni squadra ha determinati schemi, studiati in modo da adattarsi ad ogni tipo di difesa che la squadra avversaria attua.

Difesa

La difesa nel basket è un mezzo tecnico fondamentale per vincere le partite e misura il grado di maturità dei giocatori.
Tecnicamente la difesa si può suddividere in tre settori di applicazione: difesa sul portatore di palla; difesa sul giocatore senza palla; difesa ai rimbalzi. Inoltre la squadra può difendere a uomo oppure a zona, attuando o meno il pressing o il raddoppio sul portatore di palla. Differenza sostanziale tra la difesa ad uomo e quella a zona sta nel fatto che la prima segue lo spostamento del giocatore mentre la seconda quello della palla.

Difesa sul portatore di palla.

La difesa sul portatore di palla è di sicuro la più difficile ed è quella che necessita del maggior dispendio energetico. Tecnicamente il difensore dovrà posizionarsi in posizione reattiva: gambe piegate, baricentro basso e braccia larghe, pronte ad ostacolare il palleggio ed il passaggio, facendo attenzione a non commettere falli, e posizionandosi davanti all’avversario, più esattamente davanti al pallone, facendo attenzione a non farsi superare, ma obbligando, se possibile, l’arresto del palleggio.

Difesa sul giocatore senza palla

      1. La difesa sul giocatore senza palla richiede sia un’impostazione tecnica che una notevole attenzione. I punti cardini del difensore sono:
      2. trovarsi sempre con le spalle a canestro (tranne che nelle rimesse da fondo campo e/o nei momenti in cui l’attaccante di propria competenza transita lungo la linea di fondo);
      3. trovarsi sempre tra l’avversario e la palla in posizione di anticipo, a meno che il giocatore sul quale si difende non sia lontano dalla palla;
      4. formare sempre un triangolo tenendo come punti di riferimento attaccante, portatore di palla avversario e se stessi, in modo da non farsi trovare in linea con l’ attaccante e il playmaker avversario.

Difesa a rimbalzo

La difesa ai rimbalzi in seguito al tiro della squadra avversaria, richiede tecnica ed attenzione, ed è strettamente legata alla difesa sul giocatore senza palla. I punti cardini per il difensore ai rimbalzi sono:

      1. al momento del tiro guardare il proprio avversario di riferimento;
      2. tagliarlo fuori, cioè posizionarsi saldamente tra il canestro e l’avversario;
      3. andare infine al rimbalzo.

Il giocatore che difende sul tiratore dovrà invece disinteressarsi del pallone e tagliarlo fuori. Risulta ovvio che una cattiva marcatura sul giocatore senza palla, con una posizione errata del corpo, comporterà una pessima difesa ai rimbalzi: da qui lo stretto legame tra i due movimenti difensivi.

Difesa a uomo

Nella difesa a uomo, ogni giocatore ha il compito di fronteggiare direttamente un avversario specifico, e di seguirlo per tutta la durata dell’azione. È il tipo di difesa più diffuso, e si basa solitamente su accoppiamenti tra giocatori con lo stesso ruolo e le stesse caratteristiche.

Difesa a zona

Nella difesa a zona, come dice il nome, ogni giocatore ha il compito di sorvegliare e difendere una zona di competenza, qualunque avversario vi si trovi. La difesa a zona lascia più possibilità agli avversari di tirare da fuori, ma rende più difficili (ovviamente se ben realizzata) le penetrazioni. Per questo tipo di difesa è necessaria la comunicazione continua tra i compagni, per non lasciare zone scoperte. Si divide in zona pari (se i giocatori nella prima linea difensiva sono in numero pari) e in zona dispari (se i giocatori nella prima linea difensiva sono in numero dispari); le più usate sono le zone 2-3 o 3-2 ma anche le zone 2-1-2 e 1-3-1 sono piuttosto utilizzate. Alla zona si può abbinare il pressing ed il raddoppio di un avversario. Si può usare anche un sistema di difesa “misto”, con uno o più giocatori che seguono l’attaccante a “uomo” e gli altri disposti a “zona”; di questo tipo la “Box and One” (4 giocatori a zona e 1 a uomo) e la “triangolo e due” (3 giocatori a zona e 2 ad uomo). Sempre più spesso si vedono difese miste o match-up: in un primo momento la squadra in difesa si schiera a zona, poi, subito dopo che la squadra avversaria ha effettuato il primo passaggio, ciascun difensore marca l’avversario che si trova davanti. È un tatticismo abbastanza raffinato che ha l’obiettivo di confondere gli avversari e vanificare ogni schema offensivo predisposto per attaccare una difesa a zona.


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